A favore delle aziende agricole
Il mio intervento in Commissione
I prezzi delle materie prime, nell’era post pandemica, sono in pieno boom. Dopo avere sofferto, per una parte del 2020, il recupero è stato straordinario, tanto da parlare di «Superciclo rialzista» delle materie prime, cioè di un lungo periodo nel quale i prezzi rimarranno decisamente al di sopra della loro tendenza storica. La questione non è di poco conto: in gioco non ci sono solamente i maggiori costi di produzione per le imprese ma anche la penuria di materie prime che in alcuni settori sta già fermando produzioni.
Le associazioni agricole sostengono che, a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, la zootecnia sta soffrendo seriamente: rispetto all’anno scorso, il mais costa il 30% in più, la soia oltre il 50%, l’orzo il 20% e più in generale i mangimi hanno visto aumenti dei prezzi tra il 25 e il 40%.
Il Forte rincaro dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione degli animali rischia di innescare un processo inflazionistico su tutta la catena agro-alimentare, già fortemente provata dal calo dei consumi determinato dalla crisi economica.
Il problema va ricercato nel fatto che i Paesi usciti prima dalla pandemia, come ad esempio la Cina o gli Usa, non solo hanno limitato le esportazioni delle materie prime, ma hanno polarizzato anche l’acquisto di quelle presenti nel mercato per uso interno, causando l’aumento del prezzo delle materie prime rimaste sul mercato. Il nostro Paese – com’è noto – dipende dall’estero per il 60% del proprio fabbisogno di cereali e semi oleosi. È quindi giunto il momento che il Governo italiano affronti con decisione, anche con un intervento normativo, la questione della produzione e degli approvvigionamenti agricoli che vede l’Italia esposta alla volatilità dei prezzi dei mercati internazionali.
Le associazioni di categoria hanno chiesto un tavolo di filiera per affrontare insieme a tutti gli stakeholder il nodo dei continui aumenti delle materie prime usate per i mangimi e ridurre la dipendenza dalle importazioni. L’aumento esponenziale del costo delle materie prime mette a rischio la sostenibilità finanziaria di migliaia di aziende emiliano romagnole, eccellenze per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, con il pericolo di rendere vani gli investimenti fatti da moltissime di esse per migliorare la qualità delle produzioni, investimenti fatti anche con significativi contributi finanziari pubblici. Oltre a strategie di medio lungo termine per il nostro Paese da trattare all’interno dell’Unione Europea per aumentare la difesa della sovranità alimentare nazionale e ridurre la dipendenza nazionale ed europea dalle importazioni di materie prime,
ciò che chiediamo con questa risoluzione è che,
il Governo applichi al più presto la Direttiva UE 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare;
la Giunta attivi al più presto un confronto con tutti i soggetti istituzionali e i privati al fine di condividere azioni e strumenti finalizzati a mantenere la sostenibilità finanziaria delle aziende, per fare in modo che i prezzi riconosciuti alle aziende di allevamento per latte e carne non scendano sotto i costi di produzione.