Borgotaro ha reso omaggio a un suo grande figlio. In occasione del 40° anniversario della morte si è svolta una serie di appuntamenti dedicati a Bruno Raschi, straordinario giornalista sportivo. Una giornata densa di emozioni, di aneddoti, di storie. Sono contento e orgoglioso per aver visto nascere questo progetto. Soddisfatto della partecipazione, del calore, dell’affetto che ancora suscita tra tutti noi il nome e la figura del “Divino”.Tutto è partito da una chiacchierata e da uno stimolo di Claudio Rinaldi, una delle tante che facciamo spesso. Ne è uscita una prima bozza, un’idea che ha preso corpo grazie al contributo, all’entusiasmo, alla disponibilità di una squadra di persone.
Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente questo nostro illustrre concittadino e giornalista. Ma ho invece avuto la fortuna di apprezzarlo grazie alle tante testimonianze che molti conoscenti hanno tramandato e condiviso. O direttamente o attraverso contributi, libri, articoli o interviste.
Raschi amava tanto Borgotaro, come Lauro Grossi ed Eugenio Bersellini che di lui erano grandi amici. Borgotaro, con il suo Tarodine, mai ha dimenticato, cantato negli scritti. Tanto da impegnarsi e fare di tutto perché il Giro transitasse da qui e magari per far partire una tappa. Per portare sul palcoscenico nazionale e non solo, il suo paese. Proprio con Lauro Grossi, indimenticato sindaco di Parma e dirigente e appassionato di ciclismo, si impegnò per organizzare sulle nostre montagne, a Compiano, uno storico campionato italiano, nel 1981. E all’albergo Roma, sede dei ritiri della Del Tongo-Colnago, squadra di Saronni, quelle giornate furono indimenticabili (grazie alla famiglia Bertani, presente oggi come allora a omaggiare il proprio campione).
Ho percepito la forza e il carisma di Raschi una volta di più a cavallo degli anni 2000 quando ci fece visita Candido Cannavò. Rimase un’intera giornata, con Pierluigi e la cara sorella Anna. La volontà del Direttore della Gazzetta dello Sport di conoscere da vicino i luoghi del cuore di Raschi, ci testimoniano l’importanza e il segno che il nostro grande giornalista aveva lasciato. L’anno scorso il Giro d’Italia gli ha reso omaggio, con la carovana rosa che è tornata a percorrere le strade a ridosso del suo fiume, prima di affrontare il Passo del Bocco. Una tappa di cuore e fatica, di quelle che piacevano a Raschi. Che era capace di descriverle come se in sella ci fosse lui. Cogliendo la bellezza del gesto tecnico e l’umanità dei suoi protagonisti, l’esaltazione o la delusione.
Ma la sua penna era fatta anche per la poesia….
“…il Giro approdava al mio fiume per sorseggiare l’acqua del Tarodine, un’acqua fresca e miracolosa, scaturita da un divino monte che gi avrebbe propiziato il buon viaggio e il buon ritorno. E mi sentivo contento.” Così scriveva Bruno Raschi nel sul Libro “Ronda di Notte” rendendo omaggio al suo e nostro territorio.
Ho ascoltato i ricordi che gli ospiti ci hanno consegnato. La sua competenza, l’intensità del suo sguardo, l’etica del lavoro giornalistico, i valori che è riuscito a trasmettere con il suo esempio, scrivendo di ciclismo e facendolo vivere a tutti i lettori.
La nostra regione, di cui ho l’onore di far parte, sta investendo e contando molto sul ciclismo. Giro d’Italia e Tour de France, per la prima volta passerà di qui il prossimo anno. Credo che ci possa, anzi si debba lavorare per vivere ancora una volta l’atmosfera di un arrivo o di una partenza da qui. Lancio la sollecitazione per metterci attorno ad un tavolo e lavorare per l’obiettivo, in onore nel nostro grande cittadino. Intanto il primo step, il primo traguardo che ci eravamo dati, in quella prima chiacchierata con Claudio Rinaldi, è stato raggiunto. La squadra si è mossa bene e credo ne sia uscita una gran bella volata.