Sono sempre più numerosi i piccoli birrifici artigianali che si stanno imponendo sul mercato dopo una prima fase pionieristica che coinvolgeva solo piccolissime realtà locali. Per supportare attivamente questo settore si è avviato l’iter di un progetto di legge regionale che ha l’obiettivo di definire politiche mirate, agevolazioni fiscali e programmi di sostegno finalizzati a incentivare la produzione di qualità, la valorizzazione delle materie prime locali e la creazione di nuove opportunità lavorative. Da qualche anno con alcuni colleghi in Assemblea legislativa ho approfondito il tema e formulato una proposta sulla quale stiamo lavorando. La Proposta di Legge regionale intende promuovere l’intera filiera. Birra a km zero, lavorazione artigianale, gusto autentico, qualità delle materie prime.
Parma, con la sua ventina di microbirrifici diffusi dall’Appennino alla Bassa, si conferma protagonista in questo settore in crescita che genera ricadute positive anche sull’agricoltura e sul turismo locale che associa cultura ed enogastronomia. Nel 2020 erano 16 i birrifici artigianali e agricoli censiti, una quota tra le più rilevanti della Regione. Il valore aggiunto è proprio in queste filiere corte, con aziende che si fanno conoscere e apprezzare dal consumatore direttamente sul territorio. In prospettiva si può ipotizzare un nuovo incremento del settore che farà bene anche ai coltivatori in una logica che incentiva la “filiera” e l’indotto, ad esempio grazie al turismo che associa cultura ad enogastronomia.
Per birra artigianale si intende la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. In Italia il settore è cresciuto in modo esponenziale in vent’anni, conquistando quote di mercato all’industria e trasmettendo il messaggio chiave: la qualità è garantita da produzioni locali a chilometro zero.
In un mondo in forte fermento e crescita, solo negli ultimi anni il legislatore ha iniziato con timidi segnali ad interessarsi al settore per definire e promuovere le vere aziende artigianali. «La Regione ha l’opportunità di colmare un vuoto normativo e valorizzare le imprese che si caratterizzano per il metodo di produzione, per la localizzazione della lavorazione, le caratteristiche, la provenienza dei prodotti, il quantitativo prodotto, il radicamento al territorio anche in termini di commercializzazione.