Potenziare l’agricoltura recuperando alle coltivazioni i terreni abbandonati nelle zone montane e nelle aree interne. Approvata in Commissione politiche economiche all’unanimità la risoluzione presentata dal collega Mastacchi. Sono intervenuto per illustrare un emendamento finalizzato a sollecitare esplicitamente il governo nazionale a procedere con atti concreti e per sostenere e dare forza ulteriore al provvedimento.
«Condividiamo le finalità del documento di indirizzo nei temi e nei contenuti – ho detto – una migliore gestione del territorio regionale, soprattutto di quello montano, potrebbe aumentarne l’attrattività sia da un punto di vista imprenditoriale che a livello abitativo. La Montagna occupa il 40% del territorio della nostra Regione ma ospita solo il 10% della sua popolazione. Bene allora incentivare l’utilizzo delle superfici dismesse e abbandonate, ma anche sollecitare il Governo affinché le normative già introdotte a livello europeo diventino operative a livello nazionale. Mettiamo in campo tutti gli strumenti necessari per uno sviluppo più omogeneo dei territori».
Le produzioni agricole in montagna hanno subito negli anni passati il fenomeno dell’abbandono dei terreni più marginali, a favore della concentrazione in aziende più grandi. Le attuali norme prevedono che dopo pochi anni i terreni abbandonati vengono vincolati a fini ambientali e quindi è difficile recuperarli. Ma le terre abbandonate vanno incontro al fenomeno della desertificazione, perdono massa organica che favorisce l’assorbimento di acqua ed espongono il territorio alle frane in caso di abbondanti piogge con ingenti danni al territorio.
Siamo tutti concordi sul fatto che la crescita della produzione e la sostenibilità ambientale possano coesistere e dobbiamo fare pieno affidamento sulla ricerca scientifica e sulle innovazioni tecnologiche, guardare alle coltivazioni che fanno meno uso di agrofarmaci e concimi e rispettare gli obiettivi comunitari.
