Allestire il campo tenda e occuparsi di tutte le attività quotidiane è stato solo il punto di partenza. Poi per una settimana gli 80 ragazzi, dagli 8 ai 14 anni, impegnati nel progetto “Anch’io sono la protezione civile” hanno potuto conoscere e sperimentare i diversi aspetti del sistema del soccorso, dell’accoglienza, della gestione del rischio, imparando i fondamentali. Ospiti delle strutture della Pubblica Assistenza di Borgotaro e Albareto, seguiti h24 da istruttori Anpas qualificati e volontari che hanno coordinato questa avventura hanno anche imparato a convivere e condividere esperienze ed emozioni. «Per qualcuno di loro era la prima volta fuori casa e siamo molto soddisfatti della fiducia che ci hanno dato le famiglie scegliendo di affidarli a noi – racconta Danilo Carretta, presidente dell’Associazione e responsabile del corso – giornate intense e molto positive in cui i ragazzi sono stati impegnati di giorno e in attività serali, che li hanno messi alla prova fisicamente e sfidati a confrontarsi con esperienze nuove».
Il progetto, che ha come finalità la formazione e l’educazione alla cultura di protezione civile è un’iniziativa regionale, che si articola sulle diverse province e che nel territorio parmense ha trovato a Borgotaro, per il sesto anno consecutivo la sua sede.
«Ancora una volta un successo, con le adesioni che hanno fatto registrare il tutto esaurito e il pieno coinvolgimento delle realtà associative del territorio e delle istituzioni civili e militari che ringrazio – ha commentato il consigliere regionale Matteo Daffadà – Le conoscenze pratiche ma ancor di più lo spirito di gruppo che è stato insegnato e appreso è la condizione fondamentale per il lavoro di squadra da adottare nelle emergenze. La finalità è quella di diffondere tra i giovani la cultura della prevenzione e avvicinarli al mondo del volontariato organizzato, preziosa risorsa per il nostro Sistema».
I ragazzi sono stati coinvolti in attività teoriche e pratiche sul rischio idrogeologico del territorio, la logistica e il montaggio di un campo di accoglienza, primo soccorso e interventi su traumi e rianimazione cardio polmonare, pratiche di antincendio boschivo, primo intervento idraulico in caso di inondazioni con motopompe, sacchi di sabbia e coronelle di contenimento, approccio nell’uso delle radio portatili, ricerca di persone disperse e orientamento con la bussola e hanno collaborato con i carabinieri forestali, i vigili urbani, i militi dell’assistenza pubblica, il gruppo cinofilo, i Vigili del fuoco. «Gioco e lavoro, secondo uno schema ormai collaudato – conclude Carretta – e alla fine la consapevolezza del ruolo attivo che ognuno può svolgere quotidianamente nella propria comunità».
