Si è svolto all’Università di Parma il Seminario “Working on the move”, racconti ed esperienze nella ricerca sui nomadi digitali, esito di un bando della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Sono studi fondamentali per leggere i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e nelle dinamiche migratorie. Nell’occasione sono stati presentati gli esiti della ricerca condotta da Stefano Magagnoli, Direttore del dipartimento Scienze Economiche UNIPR insieme a Nora Sigman di UNIMORE.
Il progetto è frutto di un bando finanziato dalla Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo e ci aiuta ad aprire lo sguardo con consapevolezza sul fenomeno del nomadismo digitale fornendo strumenti utili per orientare le politiche pubbliche. Come Presidente della Consulta che vive in Appennino e che ha vissuto la storica emigrazione, guardo con grande interesse a questi studi e alle loro ricadute.
Il confronto con gli studenti sollecitati dai docenti di sociologia e psicologia Simone Baglioni, Pro Rettore alla didattica e Chiara Panari ha indagato i nuovi confini che assumono oggi il lavoro, l’apprendimento continuo, le carriere senza confini, i bisogni di relazione.
Questi nuovi migranti sono “soggetti sfuggenti” ma anche se lavorano altrove, e non sempre nello stesso luogo, possono costruire ponti, relazioni e scambi che rappresentano una ricchezza per la nostra regione C’è poi un ulteriore spunto che ritengo importante: i luoghi dell’emigrazione tradizionale, quelli che nel secolo scorso hanno visto partire tante persone, possono oggi diventare luoghi di attrazione e accoglienza di professionisti da tutto il mondo. Penso ai borghi dell’Appennino. Sarebbe bello immaginare che, ancora una volta, la montagna torni protagonista della storia dell’emigrazione, ieri come terra di partenze, oggi come terra di arrivi e di nuove opportunità.
