È stato un abbraccio forte, caloroso e ricambiato quello tra Parma e il suo territorio e Robert J. Corti, a cui è stato consegnato nella sede della Provincia il premio «èParma» alla sua prima edizione. Un riconoscersi naturale tra le istituzioni che accolgono i cittadini migliori e i parmigiani nel mondo che vedono quanta potenzialità derivi dalla terra da cui la loro storia è cominciata.
Ho fatto da “ponte” iin questo incontro e sono molto felice che la nuova onorificenza sia stata assegnata a Robert Corti, un amico, protagonista di una carriera straordinaria negli Stati Uniti, che non ha mai rescisso il legame con la nostra terra. Robert è nato negli USA: newyorkese di origini valtaresi, il papà era di Selva del Bocchetto nel Comune di Terenzo, la mamma di Porcigatone di Borgotaro, è nel cda di Bacardi. Ha sempre nutrito con passione e orgoglio le sue radici, decidendo persino di seguire corsi di lingua e letteratura italiana per apprezzarne appieno le sfumature culturali e linguistiche. Per questo motivo ha molto gradito la preziosa edizione della Divina Commedia stampata con i raffinati caratteri bodoniani che ha ricevuto in dono dal direttore della Gazzetta di Parma, Claudio Rinaldi, nella visita che ha preceduto la consegna del premio. Questo legame si mantiene vivo anche a New York dove Robert, insieme al fratello Ronald, è un membro attivo della Valtarese Foundation, guidata da Franck Capitelli. Il loro attaccamento al territorio di Parma si traduce concretamente nell’impegno per sostenere iniziative di solidarietà, come l’assegnazione di borse di studio ai giovani della Valtaro e della Valceno. Ci gratifica sapere che le nostre comunità all’estero si sentono profondamente legate alla loro terra d’origine. Come Regione Emilia Romagna sosteniamo queste relazioni con le attività della Consulta e per me è stato molto emozionante sentire Robert Corti che, rivolgendosi a Marco Moglia, sindaco di Borgotaro, lo ha affettuosamente chiamato “il mio sindaco”. Ringrazio di cuore la Giuria del Premio che ha accolto la mia segnalazione, la Provincia per il coordinamento dell’iniziativa insieme a Fondazione Monte Parma e credo che il messaggio di unità e coesione trasmesso da eventi come questo, in cui viene premiato un figlio dell’emigrazione, sia di particolare rilevanza per costruire una visione del mondo più inclusiva e accogliente, dimostrando che le radici, pur trovando nuovi terreni, possono crescere e fiorire ovunque, contribuendo alla creazione di una società più aperta e solidale.