Incontri sul territorio2 luglio a Bardi. Arandora Star e insediamento della Consulta

2 July 2025
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Il 2 luglio, per la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, non è mai un giorno qualunque. È la data in cui si celebra ufficialmente la Giornata degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo: un’occasione per riconoscere il valore delle nostre comunità all’estero e per rinsaldare il legame con le radici. Ma quest’anno, il 2 luglio ha assunto un significato ancora più profondo: ha coinciso con l’insediamento della nuova Consulta per il mandato 2025–2029.

La seduta di insediamento si è svolta online, per permettere la partecipazione di consultori e consultrici da tutto il mondo — dal Sud America al Nord America, passando per l’Europa — in rappresentanza delle 80 associazioni aderenti.La mattina abbiamo reso omaggio alle vittime dell’Arandora Star.

Questo il mio saluto ai consultori:

Care amiche e cari amici, sono davvero felice di ritrovarvi oggi per il nostro primo incontro ufficiale.

La Consulta è stata eletta poco più di un mese fa e In questo breve tempo ho già avuto l’opportunità di confrontarmi con molti consultori, ricevere le visite di alcuni rappresentanti nel mondo di numerose realtà associative, dal Canada, al Perù, al Brasile, di ricevere messaggi da tutti i continenti: un segnale incoraggiante, che dimostra quanta vitalità e voglia di partecipazione ci sia nella nostra rete. Essere chiamato a questo ruolo proprio nell’anno del 50° anniversario della Consulta è per me motivo di profondo orgoglio. Cinquant’anni di impegno, di relazioni, di memoria viva della nostra gente nel mondo. Una rete che è stata tenuta viva con passione e dedizione dalle associazioni emiliano-romagnole in tutti i continenti: a loro va il mio primo, sincero grazie

Non è un caso che si sia scelto questo luogo e questa data, la giornata che la Regione Emilia-Romagna ha voluto dedicare agli Emiliano-Romagnoli nel Mondo. Una ricorrenza che si rifà all’affondamento dell’Arandora Star che proprio a Bardi ha il suo sacrario.

Una ricorrenza che fino a pochi anni fa era poco conosciuta, ma che oggi viene celebrata con crescente partecipazione da parte di associazioni e comunità emiliano-romagnole sparse nei cinque continenti. Un segno evidente che l’identità non si perde con la distanza, ma anzi si rinnova nelle si rafforza nelle relazioni e negli scambi che intendiamo continuare a promuovere.

Tra i temi che mi stanno particolarmente a cuore e che come Consulta vorremmo monitorare con attenzione, c’è innanzitutto quello della cittadinanza italiana per i discendenti degli emigrati. Il recente dibattito su una possibile revoca della cittadinanza oltre la seconda generazione ha sollevato profonde preoccupazioni in molte associazioni. In questo senso, mi sento di condividere pienamente le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato quanto forte e autentico sia ancora oggi, nel mondo, il sentimento di italianità, anche tra le generazioni più giovani. È nostro dovere come istituzioni e come cittadini favorire questo legame, non spezzarlo. Credo sia tempo di riaprire con coraggio e sensibilità il dibattito pubblico su questi temi, ascoltando le voci di chi vive l’Italia da lontano, ma con passione e orgoglio. Vorrei dare a questa Consulta non un semplice ruolo burocratico ma farne uno spazio attivo di proposta, confronto e iniziative concrete. Un progetto da costruire insieme passo dopo passo. Gli emiliano-romagnoli che vivono all’estero, insieme alle famiglie dei loro discendenti, non sono soltanto un legame affettivo o un elemento folkloristico, ma rappresentano una risorsa strategica e concreta per lo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra Regione.

Nei mesi che verranno dovremo mettere a punto il programma triennale e io ho già qualche idea che vorrei condividere con voi.

Innanzitutto rinforzare le associazioni che sono i nostri avamposti e allargare la rete intercettando la nuova emigrazione, i giovani, che ci interpellano sulle opportunità che la nostra Regione può offrire dentro e fuori dai confini nazionali. Per affrontare tutto questo, dobbiamo tornare a fare squadra. Dobbiamo dare nuova linfa al nostro tessuto associativo, valorizzando chi c’è da anni ma aprendoci anche a chi si affaccia oggi, con forme nuove e linguaggi diversi. La Regione Emilia-Romagna, con lungimiranza, ha scelto di non lasciare tutto questo al caso o all’iniziativa isolata dei singoli. Ha dato a questi legami un riconoscimento istituzionale e una cornice politica chiara: i rapporti con gli emiliano-romagnoli nel mondo sono parte integrante della nostra proiezione internazionale, non un elemento secondario.Vorremmo trovare il modo di monitorare la nuova emigrazione giovanile, i rapporti economici tra territori, le relazioni tra imprese e università, e la nascita di nuove forme associative, spesso più informali e digitali, ma non per questo meno significative. La Consulta deve essere un punto di riferimento, ma anche un luogo aperto, in grado di evolvere e di dialogare con una realtà in continuo cambiamento.

Promuovere quindi scambi tra imprese, università, centri di ricerca.

La Consulta, in questo senso, può essere uno strumento prezioso per alimentare legami, favorire scambi e rafforzare quel senso di appartenenza che rende unica la nostra terra. Sono certo che, insieme ai vicepresidenti e a tutti i componenti della Consulta, potremo affrontare al meglio le sfide che ci attendono, facendoci portavoce dei diritti e delle istanze delle nostre comunità.

Siamo pronti a raccogliere questa sfida con passione, serietà e spirito di servizio.

 

 

 

 

 

 

Matteo Daffadà
Consigliere Regionale Gruppo Assembleare Partito Democratico - de Pascale Presidente
Regione Emilia-Romagna Viale Aldo Moro n.50 40127 Bologna (BO)
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