La decisione dell’amministrazione Trump di imporre nuovi dazi sui prodotti europei, colpendo duramente il Made in Italy, rappresenta una scelta scellerata, miope e del tutto inaccettabile. Le ripercussioni economiche e occupazionali sull’Emilia-Romagna sono potenzialmente gravissime e per questo ho firmato una risoluzione, promossa dal consigliere Castellari, per sollecitare un intervento urgente da parte del Governo italiano e delle istituzioni europee.
La nostra regioneè tra le più esposte in Italia, con oltre 10,5 miliardi di euro di esportazioni verso gli Stati Uniti ogni anno. Settori strategici come la meccanica avanzata, il biomedicale, l’agroalimentare e il comparto enologico rischiano di pagare un prezzo altissimo. In particolare, la Food Valley, simbolo della nostra eccellenza nel mondo, è fortemente penalizzata. Sono particolarmente esposti prodotti di eccellenza, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, i vini di qualità. E poi il biomedicale nel quale l’introduzione dei dazi comprometterà non solo il fatturato delle imprese, ma anche la loro capacità di investimento in ricerca e sviluppo, un elemento cruciale per mantenere elevati standard di innovazione e qualità e garantire la competitività internazionale del comparto.
La risoluzione impegna la Regione Emilia-Romagna a farsi promotrice, anche tramite la Conferenza delle Regioni, di un’azione coordinata a tutti i livelli istituzionali per contrastare con fermezza l’imposizione dei dazi da parte dell’amministrazione americana, adottare misure europee condivise per proteggere il sistema produttivo e sostenere economicamente e tecnicamente le imprese colpite, incentivare politiche di innovazione, diversificazione dei mercati e apertura a nuove opportunità commerciali, varare un piano straordinario di supporto alle imprese, con risorse compensative adeguate per tutelare l’occupazione e la permanenza della produzione in Italia.
I dazi imposti dagli Stati Uniti non sono solo un attacco al commercio, ma un colpo diretto alla nostra economia regionale, ai lavoratori, alle filiere produttive e alle comunità locali. Serve una risposta unitaria, coraggiosa e tempestiva per difendere il nostro sistema produttivo e rilanciarlo su scala globale.